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martedì 31 marzo 2015

IL VIZIO DI LEGGERE

ovvero i vizi capitali nella letteratura


I vizi capitali compaiono già in Aristotele che li definisce "gli abiti del male". Nel Medioevo i vizi sono visti come un'opposizione della volontà umana alla volontà divina. Nell'Età dei lumi la differenza tra vizi e virtù perde importanza, poiché anche i vizi, come le virtù, concorrono allo sviluppo industriale, commerciale ed economico. Dopo il periodo illuminista i vizi compaiono in alcune opere di Kant che vede nel vizio un'espressione della tipologia umana o di una parte del carattere. I vizi diventano la manifestazione della "psicopatologia" dell'uomo, quindi malattie dello spirito.

 
Il tema di questo mese è legato in particolare ai personaggi di ciascuna delle opere proposte, la cui funzione è mostrare cosa un certo vizio o più vizi possono comportare nella vita dell’essere umano. Ma il vizio si accompagna al vizio, si intrecciano si scontrano  in un singolo personaggio  che ne può rappresentare diversi.
 
Per coloro che sono interessati alla bibliografia sull'argomento, suggeriamo di cliccare sul link sottostante. Buone letture a tutti.

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