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martedì 3 febbraio 2015

ESSERE O APPARIRE ?

Il travestimento e l'artificio della maschera.

Indossare abiti diversi da quelli indossati quotidianamente e celare così la propria identità assumendone un'altra è sempre stata una pratica diffusa fin dai tempi più remoti. Il travestirsi, quindi, è soprattutto apparire diversi, per ruolo sociale o per identità sessuale.
In letteratura il travestimento si pone come finzione nella finzione, che determina simulazioni, beffe, sorprese, ambiguità ed equivoci, ed esprime quel percorso tortuoso che sta alla base della costruzione sia dell'identità personale, sia dei rapporti interpersonali.  In tutte le letterature di tutti i secoli il travestimento è un tema molto presente, dalla narrazione, al teatro, al cinema. Sono numerosi, poi, i casi di scrittori che indossano il mantello dell'invisibilità o si "travestono" inventando pseudonimi.
Oggi, nell'era di internet, il web diventa un rifugio perfetto, un nascondiglio nel quale sedurre o manipolare l'altro, convincendolo con l'artificio della maschera della propria personalità.
La maschera mostra per ingannare, e in questo caso è una finzione che, mettendo in contatto false realtà, crea falsi collegamenti, ma proteggendo l'individuo permette, invece, di stabilire relazioni altrimenti impossibili.
Noi cercheremo di percorrere questo viaggio attraverso la lettura di alcuni romanzi rappresentativi sull'argomento:
 
Sarrasine / Balzac
L'ingannatore di Siviglia / Tirso de Molina
Uno, nessuno e centomila / Pirandello
Orlando / Virginia Woolf
Petrolio / Pier Paolo Pasolini
Il cavaliere inesistente / Italo Calvino
Almost blue / Carlo Lucarelli
Monsieur Venus / Rachilde
Il conte di Montecristo / Dumas
I misteri di Parigi / Eugène Sue
Il mercante di Venezia / Shakespeare
Il barbiere di Siviglia / Beaumarchais
Confessioni di una maschera / Mishima

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